Microfonare la batteria, per un live o per una registrazione in studio, è una procedura che richiede tempo e diversi accorgimenti. In questo articolo vi daremo dei suggerimenti sui microfoni da utilizzare e sulle tecniche base che vi permetteranno di avere una panoramica completa a riguardo.
Quali scegliere? mmm…Volete una risposta sincera? se siete all’inizio e volete sapere come microfonare la batteria, contenete le spese e andate sempre sulla scelta di prodotti noti e che abbiano numerosi feedback da parte dei clienti.
Inizialmente potreste iniziare con un kit di microfoni, e spesso potete risparmiare acquistandone uno usato, magari di brand come AKG, SAMSON o SHURE. In questi kit trovate l’essenziale che vi permetterà di iniziare a capire come riprendere i suoni giusti per la giusta occasione.
Se intraprendete la scelta dei microfoni singoli per microfonare la batteria, abbiamo qua qualche consiglio da darvi:
Le grancasse producono una pressione sonora molto alta a basse frequenze, quindi richiedono microfoni che possano far fronte a questi fattori.
Le maggiori case di produzione hanno elaborato microfoni a diaframma largo per questo scopo, adatti alla gestione di transienti veloci e che hanno risposte in frequenza livellate per catturare anche le frequenze più gravi. Uno dei più popolari è l’AKG D112 (il successore del D12).
Altri sono il Sennheiser e602 e e902, il Beyerdynamic’s M99 e Opus 99, l’Electrovoice ND868, l’Audix d6 e lo Shure Beta 52.
Ci sono anche altri microfoni, non progettati specificatamente per la grancassa ma che nel tempo sono diventati la prima scelta per molti ingegneri del suono: fra questi possiamo ricordare l’EV RE20 e RH27, e il Sennheiser MD441 e MD421.
Shure Beta 52 A
La posizione standard per il microfono da grancassa è all’interno del fusto, rivolto verso la pelle battente (quella colpita dal pedale), di solito si posiziona un’asta bassa a collo d’oca attraverso il foro della pelle risonante: più il microfono si trova vicino alla pelle battente, più catturerà il colpo e non il suono complessivo del fusto (posizionandolo troppo lontano rischiate di perdere l’attacco del colpo).
Per trovare la giusta via di mezzo posizionate il microfono e aggiustatelo ascoltandone il risultato di volta in volta. Un ottimo metodo di lavoro è monitorare il cambiamento del suono con un buon paio di cuffie chiuse.
Provate a farlo anche chiudendo gli occhi: oltre a concentrarvi maggiormente sul suono spesso le posizioni che sembrano peggiori esteticamente sono quelle che danno il suono migliore.
Potete anche posizionare il microfono all’esterno del fusto, questo garantirà un suono più pieno grazie alla vicinanza con la pelle risonante e al rumore ambientale, senza che l’impatto del pedale con la pelle battente interferisca troppo. Si tratta di un metodo molto utilizzato nella musica jazz.
Per la ripresa panoramica si posiziona un microfono singolo al centro del set, oppure più frequentemente se ne utilizzano due separati per una registrazione stereo.
È importante riuscire a catturare l’intera gamma delle frequenze, quindi si utilizzano solitamente i microfoni a condensatore, quelli a diaframma stretto sono i più accurati. I microfoni panoramici si devono posizionare tra il 1.5 e i 2 mt sopra la batteria, così da riprendere il suono complessivo dello strumento evitando però un’eccessiva predominanza dei piatti.
Per la ripresa stereo i due microfoni devono essere dello stesso modello (es. 2 AKG C451 o Rode NT5), e devono essere posizionati in una delle due configurazioni standard da stereo:
Per questa disposizione conviene sempre controllare in mono per la cancellazione di fase e riposizionare i microfoni se si nota una perdita di basse frequenze. Anche piccoli spostamenti possono fare la differenza per microfonare la batteria.
AKG C451
Se state utilizzando singoli microfoni per ogni parte della batteria e quindi non vi serve ottenere molti bassi dai panoramici, scegliete un microfono che abbia un filtro passa alto che vi consenta di ridurre il volume dei fusti per concentrarvi sui piatti e sui transienti delle alte frequenze.
Per microfonare al meglio la batteria dobbiamo tener conto di molti aspetti fisici: nel rullante ci sono due componenti che contribuiscono al suono: la pelle battente, colpita dalle bacchette, e il corpo del rullante, chiuso sul fondo dalla pelle risonante.
Il fusto dona al rullante il suono caratteristico ed è anche responsabile dell’ampia varietà di suoni producibili. I microfoni per rullante di solito si posizionano sotto al charleston, inclinati verso il basso ad una distanza di 3-4 cm dal bordo.
La vicinanza con il charleston rende indispensabile l’utilizzo di un microfono direzionale per evitare contaminazioni di suono.
Alcuni tecnici utilizzano un microfono anche sotto al rullante per catturare il suono della pelle risonante, il che consente anche di potenziare le alte frequenze che rischierebbero di essere coperte dal charleston.
Essendo i due microfoni direzionati l’uno contro l’altro, risulteranno fuori fase, ricordatevi quindi di invertire la fase del microfono sotto al rullante.
Ottimi modelli per microfonare il rullante sono lo Shure SM57, che ha un’ottima capacità di isolamento, o il Beta 57, con un suono leggermente più chiaro rispetto al modello più vecchio.
Anche il Beyer M201 e il Sennheiser MD421 sono di comune utilizzo. Per un suono più nitido molti ingegneri preferiscono i modelli a condensatore, in particolar modo per quanto riguarda la pelle risonante.
Per microfonare la batteria, il charleston non ha necessariamente bisogno di un microfono individuale, in quanto viene registrato anche dai panoramici o dal microfono sopra il rullante.
Se lo si vuole microfonare separatamente occorre posizionare il microfono circa a metà tra il centro e il bordo del piatto, ad un’altezza di 10-15 cm dal pezzo superiore (un’altezza che consenta l’apertura del piatto e che non risenta degli spostamenti d’aria quando questo viene richiuso).
Posizionate il microfono lontano dal rullante e inclinatelo di 45° in direzione del charleston. Quando ascoltate questo microfono aprite anche i panoramici, questi infatti influenzano molto il risultato finale.
I condensatori a diaframma stretto sono le tipologie più usate per il charleston, alcuni esempi sono AKG C451 e C391B, il Neumann KM184 e 185, e il Beyer Opus 83.
Alcuni utilizzano anche lo Shure sm57 .
Se avete un budget ridotto per microfonare la batteria potete utilizzare un solo microfono per i tom, questi infatti saranno ripresi anche dai panoramici.
Posizionate il microfono in mezzo ai tom, con un angolazione di 45° circa, utilizzando un microfono con figura polare omnidirezionale o cardioide (in questo caso posizionatelo un po’ più in alto).
Se invece potete utilizzare un microfono per ogni tom potrete intervenire maggiormente in fase di mixaggio e ottenere un suono più definito. Come nel caso precedente inclinate i microfoni di 45° verso il centro delle pelli e avvicinateli ai tamburi.
Sennheiser MD421
Uno dei microfoni per tom più popolari è il Sennheiser MD421 dynamic, questo ha un filtro selettore a 5 posizioni che compensa l’incremento dei bassi che avviene quando si posiziona un microfono cardioide vicino alla fonte del suono.
Ovviamente l’effetto della vicinanza è utile nel caso cerchiate un suono pieno e profondo.
Anche lo Shure SM57 e il Beta 56A sono ottime scelte.
Abbiamo cercato di darvi una direzione e dei piccoli consigli per microfonare la batteria. Chiaramente ci sono diversi modi per farlo, nei prossimi articoli vedremo alcune tecniche di ripresa.
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